La diagnosi di Alzheimer non rappresenta la fine della storia Soprattutto se arriva presto quando le facoltà cognitive sono pressoché integre Ci sono terapie per rallentare il passo della malattia E nascono iniziative per non restare soli
R icevere una diagnosi di Alzheimer è come trovarsi davanti ad una tela ricca di toni accesi, scoprendo d’un tratto che lentamente quei colori andranno sbiadendo. In passato le conoscenze erano scarse e quel giudizio arrivava come una sentenza quando il quadro clinico era già in stadio avanzato. Ma le cose sono cambiate. «La ricerca ha registrato progressi significativi e, nonostante non esista ancora una cura definitiva, l’esperienza dei pazienti mostra giorno per giorno che, anche se questa condizione pone sfide enormi, la vita non si ferma quando viene pronunciata quella parol a» sottolinea Katia Pinto, presidente della Federazione Alzheimer. 🔗 Leggi su Iodonna.it
© Iodonna.it - La diagnosi di Alzheimer non rappresenta la fine della storia. Soprattutto se arriva presto, quando le facoltà cognitive sono pressoché integre. Ci sono terapie per rallentare il passo della malattia. E nascono iniziative per non restare soli
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