I caduti di Salò non furono eroi ma vittime di un’illusione autoritaria

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Nell’Italia democratica, solo col passare di molti anni gli storici hanno affrontato il tema dei giovani fascisti che nel ’43-’45 avevano dato la vita per Salò, quando ormai nessuno (neppure Mussolini) nutriva più speranze su una vittoria di Hitler. Si tratta di una pagina storica lasciata nell’ombra perché riapriva la ferita della guerra civile, nella quale a uccidere gli antifascisti non c’erano solo i gerarchi fedeli al duce, le spie prezzolate al servizio delle SS, i torturatori affiliati alle Brigate Nere di Pavolini, i delinquenti comuni, sempre emergenti quando la violenza inquina il vivere civile.Oltre ai soldati arruolati d’imperio nell’esercito di Graziani, che pure subiva ogni giorno massicce diserzioni di reclute, passate a rischio della vita nelle file dei partigiani, c’erano da considerare quei giovanissimi che si arruolavano volontariamente nelle guardie repubblicane della Rsi, rimasti fedeli al duce e al fascismo in nome dell’onore e della fedeltà alla parola data ai nazisti, in nome del coraggio, dell’ardimento, della coerenza, di un credo assoluto al quale erano stati educati nell’Italia totalitaria. 🔗Linkiesta.it

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Il Movimento 5 Stelle di Parma si scaglia contro la decisione di apporre una targa per i caduti della Repubblica di Salò all'interno del cimitero di Fontevivo.  "Abbiamo appreso con estremo stupore le prime indiscrezioni sulla presenza di una targa commemorativa intitolata ai caduti della... 🔗parmatoday.it

Anpi provinciale di Parma e Movimento 5 Stelle di Parma si scagliano contro la decisione di apporre una targa per i caduti della Repubblica di Salò all'interno del cimitero di Fontevivo. "La recente decisione della Giunta Comunale di Fontevivo - si legge in una nota dell'Anpi provinciale di... 🔗parmatoday.it

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