La relazione dell’Italia con il gioco, l’azzardo e le scommesse è davvero molto antica. Non è un caso che nell’antica Roma imperiale fu emanata la prima legge della storia dell’uomo (di cui si ha testimonianza) che andava a disciplinare il gioco d’azzardo. All’epoca i principali giochi erano navia aut capita (lontano antenato del “nostro” testa o croce), tali (astragali), tesserae (dadi, di cui la maggior parte erano a sei facce), digitus micare (la morra), e il proposito della “lex tabularia” era proprio quello di gestire questi passatempi ludici nella Roma repubblicana. Ma ancora, è stato in Italia che è sorto il primo casinò di tutti i tempi, a Venezia nel 1638, cosa che conferma la relazione della nostra nazione con tutto ciò che è l’azzardo, il divertimento e il rischio. Ce ne parla lo scrittore, gentiluomo, nobile e grande amante Giacomo Casanova in quella che è forse considerata la sua opera più grande: Histoire de ma vie, tradotto dal francese “La storia della mia vita”.
Non c’è da meravigliarsi quindi che in Italia intorno agli anni subito successivi alla Seconda Guerra Mondiale ebbe un successo enorme un gioco che è rimasto nella storia italiana. Parliamo del Totocalcio, antico antenato della attuali scommesse virtuali dei tanti siti, molti dei quali presenti sitiscommessebonus.net, che sono visitati milioni e milioni di volte ogni giorno. La “vecchia” schedina del gioco del Totocalcio, che prevedeva “solo” 12 eventi calcistici (poi 14 dal ‘50 e infine 14 dal 2003), ha dunque lasciato il posto alle “bollette”, “scommesse virtuali” o “schedine virtuali” dei moderni siti, che non hanno praticamente limiti di eventi giocabili, ma soltanto di puntate e di eventuali vincite. Ma in questo passaggio, da non dimenticare l’importanza e l’influenza dei tanti centri scommesse nati in Italia tutti intorno al 1998. Quell’anno ci sarebbero stati i Mondiali di calcio nella vicina Francia, e così il Decreto Ministeriale numero 174 del giugno 1998 sanciva l’apertura dei centri scommesse abilitati, che si gremirono di persone per puntare sulla vincitrice della Coppa del Mondo ‘98.
La svolta digitale che ci ha “regalato” il mondo delle scommesse come lo conosciamo oggi, è infatti davvero recente. La data di riferimento per la transizione di questo settore da analogico a digitale è del 2002, grazie al Decreto 128 del 2002, che sanciva la possibilità per le agenzie abilitate di accettare scommesse e puntate per via telefonica e web. Per garantire l’assoluta regolarità in pagamenti, calcolo delle quote, versamenti e altri aspetti legati alle scommesse, il governo italiano ha poi preposto un organo responsabile, l’AAMS, poi diventato ADM, sigla che sta per Agenzia delle Dogane e Monopoli.
Il successo delle scommesse in Italia è da andare a ricercare nelle profonde radici che ha la nostra cultura con il gioco, e anche negli sforzi governativi fatti affinché tutta la “macchina” del settore del betting funzionasse con trasparenza ed efficienza.