Perché la crisi della Seconda Repubblica esplode nelle urne L’opinione di Chiapello
Alcune considerazioni alla luce dei risultati delle elezioni regionali di quest’anno che possono aiutare a comprendere tre questioni essenziali: la perdita di rappresentanza del sistema, l’entrata definitiva in crisi della sedicente seconda repubblica, la necessità di un ritorno al dibattito politico che necessita di ripartenza del confronto e anche scontro dialettico tra identità politiche che, però, sappiano riconoscersi. Il primo punto, al di là dei numeri dei partiti e delle coalizioni, vedono ormai scendere sotto la metà degli aventi diritto i votanti e questo è indice di instabilità: che senso ha un sistema che rinuncia alla rappresentanza e cerca semplicemente di consolidare minoranze sempre più ristrette che hanno bisogno dello scontro ideologico quotidiano? Solo un caso è andato in controtendeza, quello valdostano dove, infatti, il sistema è totalmente diverso e la partecipazione al voto ha raggiunto un 63%, ossia vige una legge elettorale proporzionale a preferenze, il voto del consiglio regionale è avvenuto nella stessa tornata di quello per i consigli comunali, non c’è a nessun livello l’elezione diretta dando un forte mandato ai rappresentanti eletti che, all’interno di assemblee forti, devono trovare equilibrio e programma per comporre maggioranze rappreesentative di almeno il 51 per cento dell’elettorato. 🔗 Leggi su Formiche.net
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