Hannah Arendt e la centralità delle persone contro i totalitarismi
Quando nel 1951 uscì Le origini del totalitarismo, Hannah Arendt, pur ben inserita nei circoli intellettuali e dell’emigrazione ebraica a New York, era quasi sconosciuta al grande pubblico. La sua formazione era stata infatti eminentemente filosofica: aveva studiato con Husserl e Heidegger e si era laureata con Jaspers con una tesi su Sant’Agostino. L’avvento del nazismo aveva interrotto quella che si avviava ad essere una brillante carriera accademica nella sua Germania (era nata ad Hannover nel 1906). Rifugiatasi a Parigi, si imbarcò nel 1941 per gli Stati Uniti, che elesse da quel momento a sua patria ideale e reale. 🔗 Leggi su Liberoquotidiano.it
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