Favole dell’abbandono | Nascondino

Pensava ad un gioco. Marco giocava sempre con lei, fin da quando era piccolo. Lei era una sedia in una cucina ma era anche stata una montagna da scalare, una grotta in cui nascondersi, un tunnel per il trenino, un garage per il camion dei pompieri. E Marco vi era sgusciato sotto, vi era salito, ci si era arrampicato, ci si era sdraiato con la pancia e con la schiena, ci si era addormentato. Quando papà Giulio e mamma Giulia – eh sì: avevano lo stesso nome! – avevano comprato la cucina nuova – sedie incluse! – Marco aveva preteso che la sua sedia restasse in cucina. Restasse per lui. Restasse perché era la sua sedia. 🔗 Leggi su Lortica.it

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