Koichi Nakano l’imperatore del Keirin
Prima di Barbapapà, Vicki il vichingo e Ufo Robot, o di Holly e Benji e Mila e Shiro, prima del sushi, dei libri di Murakami e dei manga il Giappone apparve ai nostri occhi italiani con la forma di Koichi Nakano. E, almeno a una prima impressione, non fu un bel vedere. Nakano era piccolo, tracagnotto. Aveva le gambe corte e grosse, il busto tozzo, la testa grossa. Camminava storto, un po’ curvo, aveva il passo incerto, di chi non è abituato a camminare troppo, e con le punte dei piedi che buttavano verso l’esterno. Furono pochi passi a dire il vero. Poi tutto cambiò. Perché la bicicletta ha il potere di compensare e di trasformare, ha la generosità di chi sa donare per il gusto di farlo, senza chiedere nulla in cambio, se non due gambe che muovono i pedali. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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