Il presunto pestaggio in cella | Soffriva di disturbi psicologici Quel detenuto era pericoloso
"Il detenuto non aveva problemi di epilessia, ma soffriva di un disturbo psicologico " che lo rendeva "pericoloso", come quando "gli avevano trovato una lametta sotto la lingua". Il suo scopo era farsi trasferire in un altro carcere e "aveva subito detto che avrebbe fatto di tutto per ottenerlo". È il resoconto emerso dai testimoni citati dalla difesa degli imputati al processo al Tribunale di Monza per la presunta aggressione nell’agosto 2019 a Umberto Manfredi, 52enne, ex collaboratore di giustizia, mentre si trovava all’interno della casa circondariale monzese. Alla sbarra per rispondere a vario titolo di lesioni aggravate, falso, calunnia, violenza privata, abuso d’ufficio e omessa denuncia quattro uomini della polizia penitenziaria e l’allora comandante di reparto facente funzioni, in sostituzione del suo superiore in ferie, attualmente vicedirettrice del carcere di Reggio Calabria, accusata di avere redatto un verbale non realistico dell’accaduto. 🔗 Leggi su Ilgiorno.it
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