I tabù che la politica non vuole affrontare quando parla di contratti collettivi
Ogni tre anni i rappresentanti dei sindacati e delle imprese dovrebbero sedersi a un tavolo per rinnovare i contratti collettivi nazionali, ciascuno nel suo settore, in base alla scadenza del contratto. La regola, stabilita dopo la fine della scala mobile, prevede che gli aumenti salariali si basino sull’indice dei prezzi al netto dei costi energetici, pubblicato dall’Istat ogni primo giugno. L’indice dei prezzi futuro, quello previsto per l’anno prossimo e non quello dell’anno passato, altrimenti si alimenta la rincorsa tra prezzi e salari. Un sistema equilibrato, che tutela il potere d’acquisto senza aumentare l’inflazione. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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