L’inganno della città ideale scienza e letteratura in un romanzo riuscito
Ho sempre pensato che uno dei principali vantaggi che hanno gli scrittori, spesso senza che neanche se ne rendano conto, è di affrontare i loro temi, quali che siano, senza alcun bisogno di dimostrazioni. Ai sociologi, ai filosofi e persino ai teologi si chiede di addurre buoni argomenti a sostegno delle loro tesi. Agli scrittori no. Ciò che si chiede loro è soprattutto che mordano la carne e il sangue della realtà e che la loro scrittura sia all’altezza, che dicano insomma una verità che non è necessariamente quella delle dimostrazioni razionali. Qualche volta però ci si imbatte in eccezioni. Ci sono infatti romanzi che sembrano scritti apposta per corroborare “scientificamente” una tesi, quasi che l’artificio letterario debba servire soprattutto a rendere la tesi più attendibile, a mitigarne gli spigoli e gli aspetti più controversi. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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