Nella platea vuota spuntò lui Gigi Proietti e in un lampo mi spiegò il teatro
Non mi vanto mai e detesto chi si fa vanto di qualcosa. Mi piace chi condivide il proprio sapere, chi è cosciente del valore delle proprie opere. Sono sul palcoscenico, davanti a me la sala buia di un teatro, una platea vuota. Sto facendo le prove di uno spettacolo comico e sono in crisi. Non riesco a far venir fuori il personaggio, le intonazioni escono male, sono sbagliate e mi sento profondamente a disagio. Sento una voce familiare che arriva da lontano, spunta dalla sala buia: “Giggi”, come lo chiama il suo popolo, il grande Gigi Proietti. Si siede in prima fila e osserva la mia prova. Avvampo, sono imbarazzatissima, ho davanti a me il più grande attore italiano del ‘900 che mi osserva attentamente mentre cerco goffamente di risolvere la mia scena. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it
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