Il dovere e la fede di Borsellino | Padre mi preparo a morire

La clessidra fu capovolta la sera del 23 maggio e la sabbia iniziò a fluire fino all’ultimo granello. Il tempo sarebbe scaduto 56 giorni dopo. Paolo Borsellino sapeva che era un morto che cammina e che stava andando incontro al suo destino. Ineluttabile, come nelle tragedie greche. Ma non arrestò il passo, non si fermò, nĂ© si girò da un’altra parte. Sapeva solo che non aveva troppo tempo. E quel poco che gli restava doveva utilizzarlo per capire chi avesse ordinato la strage di via Capaci, in cui era morto l’amico Giovanni Falcone. Diceva: "Dopo Giovanni, tocca a me". TrentatrĂ© anni dopo i contorni di una strage annunciata, avvennuta in una domenica di luglio (il 19) in via D’Amelio, rimangono ancora poco chiari. 🔗 Leggi su Quotidiano.net

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