La grande ritirata Sui social ci siamo ancora ma solo a osservare Cosa? Le réclame
Oggi, però, la grande ritirata sui social ci osserva, spesso più che partecipare. Ricordiamo quei tempi in cui un semplice like arrivava senza fatica, e la condivisione spontanea era naturale. Ora sembra tutto più frenetico, superficiale, quasi una guerra tra apparenza e autenticità. Ma forse, tra mille storie e filtri, possiamo riscoprire il valore di essere semplicemente noi stessi, senza perdere di vista ciò che conta davvero.
Era così bello stare sui social una volta. I like arrivavano gratis, con poco sforzo, bastava una brioscina fotogenica al bar col cappuccino decorato e arrivavano mille estimatori della vita semplice. Eravamo liberi, con un enorme rispetto delle scemità altrui e buona creanza tra passanti. La condivisione isterica e inutile non dava fastidio a nessuno, come la vanità. Con le storie dal divano di casa i Ferragni ci avevano fatto una serie tv e vari milioni di sponsor. Ma non era una plutocrazia dei follower, anche le formiche nel loro piccolo potevano pubblicare il tramonto dal lido, andava bene tutto, Ostia, Bordighera o l’isola di Spargi, ognuno secondo le sue possibilità. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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