Chiamò cretino un alunno vivace prof punito E in Cassazione perde il terzo ricorso | Sanzione giusta

Una vicenda che mette in evidenza i limiti e le sfumature della disciplina scolastica: un insegnante di Sassuolo, punito per aver chiamato un alunno “cretino”, si è visto respingere il ricorso in Cassazione. La decisione conferma che, in determinati contesti, anche termini forti possono essere considerati proporzionati alla condotta. Ma cosa ci insegna questa vicenda sulla gestione del linguaggio in classe? La risposta apre un dibattito importante sulla libertà di espressione e i confini dell’autorità educativa.

Il termine è eccessivo e inadeguato, ha deciso il Tribunale, a cui si era rivolto un docente di Sassuolo che era stato punito dal dirigente scolastico per aver dato del “cretino” a un suo alunno. Il professore – secondo quanto racconta oggi Il Messaggero – aveva apostrofato un alunno con la parola “cretino” a seguito di un comportamento considerato sbagliato.  e secondo la Cassazione, questa sarebbe una pena proporzionata al comportamento. Il docente aveva fatto ricorso contro il ministero dell’istruzione e l’istituto tecnico Alberto Baggi, ma il giudice, ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando la validità della decisione presa in appello. 🔗 Leggi su Secoloditalia.it

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