Oltre la disinformazione Ecco l’arsenale cognitivo russo

Oltre alla disinformazione, la Russia ha affinato un arsenale cognitivo che va ben oltre le semplici bugie: la guerra cognitiva. Questa strategia mira a influenzare il pensiero, le decisioni e le azioni degli avversari, raggiungendo obiettivi strategici con sforzi militari ridotti o indiretti. Un approccio sofisticato e pervasivo, che mette alla prova la nostra capacità di resistere alle manipolazioni e di difendere la verità in un conflitto sempre più mentale.

La “guerra cognitiva” è molto più del semplice uso di disinformazione: è “una forma di guerra che focalizza sull’influenzare il ragionamento, le decisioni e, in definitiva, le azioni dell’avversario, per conseguire obiettivi strategici senza combattere o con uno sforzo militare ridotto”. È quanto scrivono Nataliya Bugayova e Kateryna Stepanenko in un recente rapporto dell’Institute for the Study of War. In questo contesto, la Russia ha posto la guerra cognitiva al centro non solo della propria dottrina bellica, ma anche del governo interno e del controllo dei territori ucraini occupati. Tre livelli di ingaggio mentale Le operazioni cognitive russe si articolano su tre livelli distinti ma interconnessi. 🔗 Leggi su Formiche.net

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