La Consulta sui Cpr | Il trattenimento limita la libertà
La questione del trattenimento nei Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR) è al centro del dibattito sulla tutela dei diritti umani e sulla libertà personale. La Corte Costituzionale ha evidenziato come tale trattenimento rappresenti un'assoggettamento fisico alla potestà altrui, incidendo direttamente sulla libertà individuale. Pur respingendo i ricorsi sul Testo Unico sull’immigrazione, i giudici hanno sottolineato che è compito del legislatore intervenire per garantire un equilibrio tra sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali.
Il trattenimento degli immigrati nel Cpr comporta un "assoggettamento fisico all’altrui potere", con ricadute "dirette sulla libertà individuale". Lo hanno deciso i giudici della Corte Costituzionale, pur rigettando i ricorsi relativi ai dubbi di incostituzionalità sollevati dal Giudice di pace di Roma sul Testo unico sull’immigrazione. Tuttavia, gli stessi giudici hanno chiarito che dev’essere il legislatore a dover intervenire per redimere problemi o vuoti normativi scaturiti da queste misure, ritenendo così la presenza di un "effettivo vulnus normativo", poiché non rispetta la riserva assoluta di legge in materia di libertà personale. 🔗 Leggi su Quotidiano.net
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Il trattenimento nei Centri di permanenza per i rimpatri implica un «assoggettamento fisico all'altrui potere», incidente sulla libertà personale del migrante. Lo ha stabilito la Consulta in una sentenza in cui, dichiarando inammissibile il ricorso del giudice di pace Vai su Facebook
La Consulta sui Cpr: Il trattenimento limita la libertà; La Consulta boccia i Cpr: «La normativa non rispetta la libertà personale». Poi sollecita l'intervento del legislatore; La Consulta boccia i Cpr: «La normativa non rispetta la libertà personale». Poi sollecita l’intervento del legislatore.