La Consulta sui Cpr | Il trattenimento limita la libertà

La questione del trattenimento nei Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR) è al centro del dibattito sulla tutela dei diritti umani e sulla libertà personale. La Corte Costituzionale ha evidenziato come tale trattenimento rappresenti un'assoggettamento fisico alla potestà altrui, incidendo direttamente sulla libertà individuale. Pur respingendo i ricorsi sul Testo Unico sull’immigrazione, i giudici hanno sottolineato che è compito del legislatore intervenire per garantire un equilibrio tra sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali.

Il trattenimento degli immigrati nel Cpr comporta un "assoggettamento fisico all’altrui potere", con ricadute "dirette sulla libertà individuale". Lo hanno deciso i giudici della Corte Costituzionale, pur rigettando i ricorsi relativi ai dubbi di incostituzionalità sollevati dal Giudice di pace di Roma sul Testo unico sull’immigrazione. Tuttavia, gli stessi giudici hanno chiarito che dev’essere il legislatore a dover intervenire per redimere problemi o vuoti normativi scaturiti da queste misure, ritenendo così la presenza di un "effettivo vulnus normativo", poiché non rispetta la riserva assoluta di legge in materia di libertà personale. 🔗 Leggi su Quotidiano.net

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