Le contraddizioni putiniane e l’alibi delle democrazie occidentali

Le contraddizioni di Putin e l’alibi delle democrazie occidentali svelano una realtà complessa e spesso contraddittoria. Dopo aver promosso il piano di riarmo dell’Unione Europea, coloro che un tempo sostenevano la supremazia rapida della Russia sull’Ucraina ora si interrogano: se Mosca non ha ancora conquistato il paese in tre anni, quanto può davvero minacciarci? In tempi di infantilizzazione delle classi dirigenti, questa insicurezza si traduce in scelte che plasmeranno il nostro futuro.

Da quando l’Unione europea ha lanciato il piano di riarmo, tutti coloro che fino al giorno prima sostenevano che la Russia avrebbe polverizzato l’Ucraina in un attimo e che questa non avesse alcuna possibilità di resistere, hanno cominciato a utilizzare l’argomento opposto: se in tre anni Mosca non è riuscita nemmeno a conquistare l’Ucraina, come può essere una minaccia per noi? Naturalmente, in tempi di infantilizzazione delle classi dirigenti e dell’intero dibattito pubblico, questo capovolgimento logico ha preso la consueta forma dell’argomento specchio-riflesso. E cioè: ma come, proprio voi dicevate che la Russia non stava affatto stravincendo in Ucraina, che era a pezzi, che non ce l’avrebbe mai fatta, dunque, di cosa vi preoccupate, a che ci servono le armi? Ma non c’è alcuna contraddizione nel contrastare la propaganda dell’invasore, nel sostenere che può essere battuto e che non bisogna perdersi d’animo, e nel fare al tempo stesso tutto il possibile per rafforzare le proprie capacità di difesa. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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