Come raccontare Wimbledon senza fare la figura del cronista con la panna

come ogni cosa, anche questa si evolve. Per raccontare Wimbledon senza ripetersi eccessivamente, bisogna abbracciare nuove prospettive, valorizzare i momenti unici e le storie emergenti, senza dimenticare la magia di un torneo che, pur rispettando le sue radici, continua a sorprendere e affascinare chi lo vive e racconta.

C’è un modo sicuro per non farsi leggere quando si scrive di Wimbledon: cominciare con la parola “tempio”. Oppure “gentlemen”. Oppure “verde smeraldo”. C’è una formula consolidata, una comfort zone del cronista stanco, che ogni anno si riattiva a luglio: Wimbledon come eterno ritorno dell’eleganza, dei pantaloncini bianchi, delle tradizioni immutabili e dell’impeccabile contegno britannico. E’ una narrazione che funziona – anzi: funzionava – ma che nel 2025 rischia di essere peggio di un errore. E’ una scappatoia. Sì, Wimbledon è ancora il torneo più iconico del mondo. Ma proprio per questo merita di essere raccontato con più coraggio. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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Come raccontare Wimbledon senza fare la figura del cronista con la panna; Barbara Rossi criticata per la telecronaca di Sinner: Ma io non tifo. È successo anche a Caressa; Tommasi, il cronista delle statistiche.

VIDEO. Wimbledon, Zverev: "Voglio fare un ottimo torneo" - Wimbledon, Zverev: "Voglio fare un ottimo torneo" 00:00:36 min | 9 mesi fa. video.sky.it scrive

Wimbledon è sempre più azzurra. Sinner ai quarti nel giorno più duro: “Ma devo fare di più” - 92 al mondo, all’esordio nel tabellone principale di Wimbledon, mai vincitore di un torneo. Scrive repubblica.it

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