Cose che non sai di sapere | quando le lettere si aspettavano

Una volta si aspettava una lettera. E non una notifica. Aspettarla voleva dire controllare la buca cento volte, come se il postino potesse arrivare di nascosto. C’erano parole scritte a mano, con le “e” rotonde e le “i” col puntino ben centrato. Ogni frase pensata. Ogni errore indelebile. Non si cancellava un “ti amo” col backspace. Se lo scrivevi, era vero. O diventava vero nel tempo che passava tra una busta chiusa e una risposta. Oggi basta un vocale. Uno di quelli che partono senza nemmeno un “ciao” iniziale, e finiscono con un “boh, fammi sapere”. La lettera ti insegnava la pazienza. Il vocale di oggi ti insegna a stare muto mentre l’altro si ascolta da solo. 🔗 Leggi su Lortica.it

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